Quante volte nella scelta degli occhiali ti sei soffermato sulla montatura, tralasciando le caratteristiche della lente? Un errore da non commettere in futuro. Se l’aspetto estetico parla di noi, la qualità e il tipo di lente influiscono direttamente sulla qualità della nostra visione. E questo problema si accentua con l’aumentare dell’età, quando alla miopia e/o all’astigmatismo si affianca la presbiopia. Perché se con un solo problema visivo la scelta è rappresentata automaticamente dalle lenti monofocali, quando questi aumentano si pone la valida alternativa delle lenti progressive.
Lenti monofocali: visione perfetta, ma in un solo punto
Le lenti monofocali presentano un solo potere diottrico e questo determina la visione corretta solo a una determinata distanza. Presenti dal XVII secolo, questo tipo di lenti hanno raggiunto uno sviluppo tecnologico avanzatissimo e garantiscono una percezione visiva naturale. La situazione cambia però con il cambiare del punto di messa a fuoco, che rende la visione non più nitida.
Le lenti monofocali sono utilizzate per correggere difetti visivi come la miopia (difficoltà di visione da lontano), l’astigmatismo (deformazione dell’immagine), la presbiopia (difficoltà di visione da vicino causato dall’età) e l’ipermetropia (difficoltà di visione da vicino causata da un difetto di refrazione).
Da vicino a lontano con le lenti progressive
Se si hanno problemi di vista sia da vicino sia da lontano la soluzione giusta potrebbero essere le lenti progressive. Dimentica le bifocali, da allora la tecnologia si è sviluppata moltissimo: da un punto di vista estetico la lente non presenta alcun segno e anche la visione è molto naturale.
Le lenti progressive presentano una divisione della lente (impercepibile) in tre diverse zone e hanno quindi più punti di messa a fuoco: questo garantisce una visione ottimale da vicino (lettura), da lontano e nella fascia intermedia (quella a cui si lavora al computer o si guarda la televisione). Il passaggio da una gradazione all’altra è fluido e non percepito dall’occhio.
Lo svantaggio di questo tipo di lente, oltre al costo più elevato rispetto al monofocale, è che può richiedere un periodo di adattamento (10-20 giorni) durante il quale si può soffrire di mal di testa, vertigini e vista offuscata. Disagi che sono ampiamente compensati dalla successiva visione nitida in ogni occasione senza dover continuamente cambiare l’occhiale.
Lente progressiva: per tanti, ma non per tutti
La lente progressiva può non essere indicata quando vi sono condizioni particolari (cheratocono, cataratta, astigmatismo elevato, difetto della convergenza, glaucoma, maculopatia). In questo caso è sempre bene attenersi alle indicazioni del proprio oculista e del proprio ottico di fiducia.
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